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Visualizzazione dei post da 2011

Cartellone teatrale 2

Dopo il non felicissimo esordio balzachiano, si prosegue il cartellone con una pièce contemporanea, leggera e divertente almeno nelle intenzioni illustrate nella presentazione, Sogno d'amore di Giampiero Rappa (autore e regista). In genere diffido di films, romanzi ecc. aventi carattere di affresco generazionale: in questo caso si sarebbe trattato di un'opera che “muovendosi tra autobiografia e finzione, traccia un ritratto vitale e iperrealistico della odierna generazione dei trentenni, divisi tra il desiderio di vivere appieno i propri sentimenti e l’incertezza del futuro”. Credo che il riferimento ai trentenni – complice forse il giovanilismo (o infantilismo) che investe anche le fasce di età più mature – sia inutilmente restrittivo e, in ogni caso, trovo che insoddisfazioni lavorative e delusioni sentimentali siano esperienze desolatamente trasversali e trans-generazionali. Tutto sommato lo spettacolo è stato gradevole, anche se taluni personaggi (l'attore r...

Scoperte in provincia

Trasferimento a corto raggio sino a Tortona dove la Fondazione della locale Cassa di Risparmio ospita una mostra dedicata alla natura morta ( La meraviglia della natura morta 1830-1919 Dall’Accademia ai maestri del Divisionismo ) presso la sede della propria pinacoteca, e proprio la collezione permanente si è rivelata di inaspettato interesse. Considerando che la natura morta era il genere pittorico meno nobile secondo la classificazione dell'accademia francese devo dire che alcuni pezzi si sono imposti alla mia attenzione, in primis una Natura Morta con Santa Cecilia di Giovanni Segantini ossia un acquerello che riproduce il delicatissimo bassorilievo scolpito da Donatello a sua volta riproposizione, anche nella tecnica, di una analoga opera di Angelo Rossi del 1858 Santa Cecilia di Donatello: Bassorilievo con fiori .  Inaspettata, e sempre di Segantini, la sequenza di opere dedicate a pesci, pollami, funghi e vegetali vari, così come quelle di Pre...

DEGAS, LAUTREC, ZANDO’Les folies de Montmartre

Alcune brevi note per sottolineare le opere che più mi hanno colpito. Innanzitutto il ritratto di Henri de Toulouse-Lautrec dipinto da Henri Rachou che sembra evidenziarne, nel pallore del volto, tutta la fragilità non solo fisica. Alcune affiches tra le quali spiccano quella celeberrima di Aristide Bruant: dans son cabaret e l'altrettanto famosa ideata per il Divan Japonais con lo spigoloso profilo dai rossi capelli della diva Jane Avril. Un  ritratto di Jeanne Wenz sembra la versione in positivo dell' Assenzio di Edgar Degas: il bicchiere non è pieno della lattiginosa bevanda che ottunde la mente della donna ritratta da Degas, anzi lo sguardo della modella di Toulouse-Lautrec (peraltro di classe sociale ben diversa) è vigile e diretto verso l'osservatore.  Un bel pastello di Federico Zandomeneghi Matilde ne esalta la malinconica bellezza mentre La tinozza riprende le scene di toilette privata femminile caratteristiche di Degas. È presente anche il celebre...

Van Gogh e il viaggio di Gauguin

Il sospetto mi sarebbe dovuto sorgere già al momento della presentazione della mostra ( http://contresainte-beuve.blogspot.com/2011/10/lo-spettacolo-di-una-mostra.html ) avvenuta appunto in forma di spettacolo: si tratta in effetti di una mostra "spettacolare” non in senso qualitativo ma in termini di allestimento e di opere esposte, e devo dire che mi ha dato l’impressione di uno spettacolo con poche idee sotto i molti lustrini. Si inizia con la ricostruzione della camera di Van Gogh ad Arles: alle pareti il celebre dipinto delle sue scarpe ed un paio di paesaggi di Morandi. Il motivo di questo accostamento dovrebbe essere illustrato nell’apparato informativo – persino debordante nella quantità – che consiste in ampi stralci tratti dal catalogo, scritto dal curatore in una prosa tanto ricca di voli pindarici quanto parca di dati storici e anagrafici mirati, e che già era emersa appunto in occasione della ricordata presentazione teatrale. Si prosegue con alcuni paesaggi di artis...

Gino Severini al MART

Eccomi dunque al MART di Rovereto per una rassegna dedicata a Gino Severini, artista che mi è praticamente sconosciuto se non per le classiche opere contenute in un qualsiasi manuale di storia dell'arte. Si inizia con un bel contrasto tra due autoritratti: un pastello del 1903 ed una versione più tarda, astratta del 1913. Si passa quindi ad ammirare Al Solco , una sorta di Fattori in salsa divisionista ed una serie di pastelli con ritratti femminili che omaggiano Degas. In Treno blindato in azione (1915) la resa schematica dei soldati e l'assenza di definizione dei loro volti li assimila al cannone, analoghe macchine da guerra. La massa metallica del pezzo di artiglieria è evocata nelle sagome dalle linee spezzate dei militari e dal loro essere racchiusi, quasi compressi tra le pareti metalliche del convoglio. Riesco a superare indenne le altre tele del periodo futurista e mi attardo ad ammirare - finalmente dal vero - la Maternità . Nonostante qualche incertezz...

Il Simbolismo a Padova

Una volta di più Palazzo Zabarella si conferma garanzia di buona qualità delle mostre con adeguato numero delle opere esposte, discreto apparato informativo e buona visibilità dei dipinti. Di grande impatto scenico la contrapposizione di Segantini e Previati alle prese con il tema della maternità. Di estremo interesse la sezione dedicata alla grafica del periodo, un'unica sala ma con una nutrita rappresentanza di quanto prodotto all'epoca. Da ricordare  Giovanni  Guerrini  Contemplazione e un malinconico Re Enzo di Orazio Toschi.  Opprimente La Cattedrale di Ottone Rosai che incombe sulle minuscole figure umane, la mole enorme e chiusa dell'edificio appena scalfita dalla ridotta dimensione della porta e della finestra. Proseguendo, un ritratto di Lina de Carolis ad opera del consorte Adolfo potrebbe rivaleggiare ad armi pari con la produzione preraffaellita:   Sorprendente  Nelumbium di Francesco Lojacono, che racchiude tutta la potenza...

Autunno 2

Seconda tranche dei pellegrinaggi culturali alle mostre d'arte, che questa volta toccano il Veneto e il Trentino. Fatta la sosta di prammatica a Milano - una sorta di campo base - ho raggiunto successivamente Padova e Rovereto, rivelatesi entrambe mete meritevoli del viaggio. A Milano sono tornato con piacere a Villa Necchi Campiglio, patrimonio del FAI, interessante in sé per l'architettura primo '900, l'arredamento e la collezione d'arte ospitata ma anche, nell'occasione, per essere sede di SIRONI: LA GUERRA, LA VITTORIA, IL DRAMMA, mostra in verità alquanto scarna, trattandosi essenzialmente di bozzetti per opere murali o grafiche. L'acquisto di un ingresso a parte non l'ho trovato davvero giustificato. Migliore - ma non ci voleva molto - l'esperienza fatta a Palazzo Reale per Cézanne. Les ateliers du Midi.   Pur consapevole, ovviamente, della grandezza dell'artista (iniziatore dell'arte moderna, ecc. ecc.) questi non riesce proprio ad e...

Cartellone teatrale 1

Non pago dello scarso feeling col Balzac romanziere, ho deciso di far aprire al Balzac commediografo la mia stagione (da spettatore, s’intende) al Teatro Stabile. In cartellone era previsto Mercadet (L'affarista) spettacolo del quale avevo letto recensioni positive. La mia non lo è altrettanto anche se il giudizio non è completamente negativo. Il primo atto risente della verbosità balzacchiana (e mi è capitato di sentire dei vicini confessare di essersi arresi all'abbiocco) mentre i seguenti acquistano una dimensione farsesca che, pur imprimendo maggior dinamismo allo spettacolo, cancellano gli intenti di critica sociale che dovrebbero essere contenuti nella commedia. In realtà, Mercadet finisce per risultare simpatico con la fertile inventiva sfoggiata per trarsi d'impaccio essendo perennemente sull'orlo della bancarotta, e anche gli   sporadici accenni alla contemporaneità (col ritorno del malcontento generale per l’enorme disparità sociale) non credo riescano a s...

Lo spettacolo di una mostra

Ingresso privilegiato alla presentazione-spettacolo di Van Gogh e il viaggio di Gauguin, mostra in programma dal prossimo mese di novembre: lunghissimi serpentoni agli ingressi del Teatro Stabile sono stati aggirati – non senza provare un certo senso di colpa – grazie ad un posto riservato cui ho avuto modo di accedere. Una volta di più gli 'addetti ai lavori' locali si sono rivelati incapaci di rispondere alla forte domanda di cultura che questa sonnolenta città riesce comunque ad esprimere. Ma, tornando alla presentazione (la prima del genere cui mi sia occorso di assistere) devo ammettere di non essere riuscito a maturare una opinione ben precisa su quanto mi sia piaciuta. Si trattava, in termini magari eccessivamente semplicistici, di intermezzi musicali e recitati innestati nella presentazione delle tele che verranno esposte. La prima uscita degli attori – peraltro, non eccelsi – m'è parsa un po' troppo “a freddo”, cronologicamente sbagliata e pertanto inadatta ad...

Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí a Ferrara

Numerosi i lavori davanti ai quali mi sono trattenuto a lungo. Una Ragazza dai capelli Rossi di Jules Pascin con la figura femminile che sembra emergere dalle brume dello sfondo. Nella sala che ospita due Modigliani vi è una tela di Tsuguharo Foujita che rappresenta un nudo ‘modiglianesco’ sì  ma acromatico se non per piccoli tocchi rosati che pongono l’accento sulla femminilità della modella.  Christopher Nevinson U no Studio a Montparnasse: nella freddezza delle linee geometriche che caratterizzano la composizione si inserisce la componente curvilinea del sofà (tra le poche note di colore dove altrimenti predominano i toni scuri) e del corpo nudo della donna, in piedi e intenta ad accarezzare un gatto accucciato, il tutto davanti al piano verticale rappresentato dalla vasta superficie vetrata che si affaccia su caseggiati che ne riprendono le linee ascendenti. Severini La Finestra coi Colombi : una piccola tempera su carta che mi spinge a tornare al MART per la mo...

Firenze: Rinascimento e Macchiaioli

Denaro e Bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità Denaro e bellezza è una mostra particolare: indagando sulla relazione tra banchieri, loro committenze, Botticelli e la predicazione di Savonarola espone un numero modesto di pezzi ma creando un corto circuito interessante tra dipinti monete e strumenti utilizzati da mercanti e cambiavalute rinascimentali. La ragione principale della mia visita era la presenza di opere del Filipepi ma un doppio ritratto di Memling e un paio di tondi dei della Robbia si sono piacevolmente aggiunti all’elenco. Macchiaioli a Villa Bardini Una Primavera di Telemaco Signorini sembra poterne catturare in pieno l’atmosfera, l’aria frizzante e i due pastorelli paiono farne naturalmente parte. Di grande impatto anche un ritratto di fanciulla di Adriano Cecioni. Sempre di Signorini Stradina fra gli olivi a Settignano , 1885 trasferisce sulla tela tutto il calore di una giornata estiva che sembra si possa percepire nelle pietr...

Artemisia Gentileschi Storia di una passione

Betsabea: l’azzurro della veste dell’ancella e il suo incantevole profilo – che più non si ritrova in una tarda replica del periodo napoletano – fa passare in secondo piano le pur ammirevoli forme di Betsabea, un procace trionfo di candide carni che illuminano la tela, candore sapientemente accentuato dai toni scuri degli abiti delle altre serve e dalla pelle nera di una di esse, a maggior contrasto. Apprezzabile anche una suonatrice di liuto quanto mai caravaggesca e un autoritratto, nella stessa veste, che ci offre una sensuale testimonianza della opulenta bellezza dell’artista e del suo talento come musicista. Non da meno un altro autoritratto che la rappresenta come una sensuale maddalena drappeggiata in uno spettacolare abito giallo dipinto su foglia d’oro. Dubito che la tela possa ispirare pensieri virtuosi. Nella fase finale della sua carriera vengono riproposti taluni soggetti (p. es. Giuditta e Oloferne) ma con una ambientazione notturna che richiama Georges de la Tour. ...