Passa ai contenuti principali

Gino Severini al MART

Eccomi dunque al MART di Rovereto per una rassegna dedicata a Gino Severini, artista che mi è praticamente sconosciuto se non per le classiche opere contenute in un qualsiasi manuale di storia dell'arte. Si inizia con un bel contrasto tra due autoritratti: un pastello del 1903 ed una versione più tarda, astratta del 1913.



Si passa quindi ad ammirare Al Solco, una sorta di Fattori in salsa divisionista ed una serie di pastelli con ritratti femminili che omaggiano Degas.



In Treno blindato in azione (1915)


la resa schematica dei soldati e l'assenza di definizione dei loro volti li assimila al cannone, analoghe macchine da guerra. La massa metallica del pezzo di artiglieria è evocata nelle sagome dalle linee spezzate dei militari e dal loro essere racchiusi, quasi compressi tra le pareti metalliche del convoglio.
Riesco a superare indenne le altre tele del periodo futurista e mi attardo ad ammirare - finalmente dal vero - la Maternità.


Nonostante qualche incertezza anatomica, l'effetto è notevolissimo e inscrive l'opera nel solco della tradizione classica della resa del soggetto.
Opportunamente corroborato, posso quindi affrontare la sezione successiva che esemplifica la produzione dell'artista nel suo periodo cubista. Come in una doccia scozzese, la figurazione si alterna all'astrazione: nelle sale dedicate al ritorno alla classicità apprezzo le opere in cui Severini introduce le maschere della Commedia dell'arte e una natura morta la cui geometrica rigidità non ne pregiudica il realismo.

Splendido questo ritratto, l'Arlecchino (Ritratto di Nino Franchina)


e quello della figlia Gina. Sono ancora da ricordare le quasi metafisiche nature morte con maschere classiche e la matissiana - anche nel titolo - Odalisca con specchio del 1943.

Doveroso l'omaggio, con rapida visita, alla collezione permanente del MART: Le figlie di Loth di Carrà e la sala dedicata a Novecento. Il realismo magico di Casorati e le desolate periferie di Sironi mi introducono alla metafisica di De Chirico e Savinio oltre che ad una congrua rappresentanza della produzione morandiana. Interessanti anche alcune nuove acquisizioni tra cui un Oppi e La moglie del poeta di Arturo Martini



Le ultime sale, dedicate ad Informale, Pop Art ecc. sono state superate rapidamente: da buon Filisteo reazionario ed ottuso riuscire ad apprezzare il contenuto artistico di queste correnti esula dalle mie capacità

Commenti

Post popolari in questo blog

Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi - Basilica Palladiana Vicenza

Tra i miei pittori preferiti, attendevo con impazienza di poter visitare la mostra a lui dedicata a Vicenza e le aspettative, per quanto alte, non sono andate deluse. Affascinante la sede espositiva, la Basilica Palladiana appunto, e davvero cortese ed efficiente lo staff in servizio. È praticamente impossibile selezionare solo alcune tra le numerose opere presenti: andrebbero mostrate praticamente tutte. Il percorso di visita è suddiviso in diverse aree tematico-cronologiche che danno conto dell’evoluzione dell’artista , dagli esordi influenzati dal Secessionismo viennese – che ben conosceva – sino al declino nell’ultima fase della sua carriera. Pannelli esplicativi chiari e concisi illustrano efficacemente i vari periodi. Il Klimt di Ca’ Pesaro Giuditta II era visibile in questa mostra insieme ad un klimtiano, appunto, Casorati La Preghiera . Una frase sempre scritta da Casorati ad una amica “Non dipingo più che le immagini che vedo nei sogni “ trova confe...

Vienna - Kunsthistorisches Museum

Devo aver intrapreso un percorso errato, almeno cronologicamente, in quanto l e prime sale sono già dedicate al ‘600 italiano e ad un’ampia rappresentanza di vedutisti veneziani del secolo successivo. Scarsi i dipinti che mi hanno colpito. Da citare il Venere e Adone di Annibale Carracci: la florida dea volge il grazioso profilo del suo volto verso un boccoluto Adone, accompagnato da un agghindato levriero degno di comparire in un romanzo decadente di D’annunzio. Sensuale la Cleopatra di Cagnacci ma paradossalmente risulta esserlo ancora di più una rara Susanna al Bagno di Jacopo Chimenti,  rara giacché rappresentata - contrariamente all'iconografia più diffusa - ancora completamente vestita e nell’atto di iniziare a slacciarsi il corpetto. Scarsamente efficace nel trasmettere il senso del pentimento la Maddalena di Orazio Lomi Gentileschi a causa della sua prorompente nudità. Discorso a parte per i Caravaggio presenti, in particolare la Corona di spine ,...

Anni Venti in Italia. L'età dell'incertezza - Palazzo Ducale di Genova

Avviata piuttosto in sordina il 5 ottobre è visitabile fino al 1 marzo 2020 presso il Palazzo Ducale di Genova Anni Venti in Italia. L'età dell'incertezza , periodo storico che riveste per me un particolare interesse e quindi non ho indugiato troppo prima di visionare le opere proposte. Si inizia con una scultura in gesso di Arturo Martini, La Tempesta , che dovrebbe rendere – con meno efficacia del consueto, mi pare – il clima tormentato del primo dopoguerra. Sempre splendida, invece, la Maternità di Severini, ancor più toccante visto il tragico epilogo che vide protagonisti i modelli che posarono per il dipinto, moglie e figlio dell’artista: quest’ultimo sopravvisse pochi mesi alla realizzazione dell’opera. L’autore del celebre – per gli amanti della storia dell’arte – Saper Vedere , Matteo Marangoni, è il soggetto di un ritratto di Baccio Maria Bacci e diversi altri ritratti sono presenti nella sala, realizzati da Antonio Donghi – che celebra Lauro de Bosis – ...