Seconda tranche dei pellegrinaggi culturali alle mostre d'arte, che questa volta toccano il Veneto e il Trentino. Fatta la sosta di prammatica a Milano - una sorta di campo base - ho raggiunto successivamente Padova e Rovereto, rivelatesi entrambe mete meritevoli del viaggio.
A Milano sono tornato con piacere a Villa Necchi Campiglio, patrimonio del FAI, interessante in sé per l'architettura primo '900, l'arredamento e la collezione d'arte ospitata ma anche, nell'occasione, per essere sede di SIRONI: LA GUERRA, LA VITTORIA, IL DRAMMA, mostra in verità alquanto scarna, trattandosi essenzialmente di bozzetti per opere murali o grafiche. L'acquisto di un ingresso a parte non l'ho trovato davvero giustificato.
Migliore - ma non ci voleva molto - l'esperienza fatta a Palazzo Reale per Cézanne. Les ateliers du Midi. Pur consapevole, ovviamente, della grandezza dell'artista (iniziatore dell'arte moderna, ecc. ecc.) questi non riesce proprio ad emozionarmi, e nemmeno a piacermi. Anche se utilizzata come riempitivo per il resto della giornata, la mostra mi ha comunque per messo di ammirare tre ottimi esempi di genere pittorico: un paesaggio dell'Estaque, con una mirabile combinazione di figure, volumi e campiture di colore; un notevole ritratto di Henri Gasquet ed una Natura morta con cesta che è una vera sinfonia di forme, colori, resa delle diverse superifici materiche collocata dall'artista in una personale prospettiva
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Ma il pezzo forte doveva ancora arrivare: Padova
A Milano sono tornato con piacere a Villa Necchi Campiglio, patrimonio del FAI, interessante in sé per l'architettura primo '900, l'arredamento e la collezione d'arte ospitata ma anche, nell'occasione, per essere sede di SIRONI: LA GUERRA, LA VITTORIA, IL DRAMMA, mostra in verità alquanto scarna, trattandosi essenzialmente di bozzetti per opere murali o grafiche. L'acquisto di un ingresso a parte non l'ho trovato davvero giustificato.
Migliore - ma non ci voleva molto - l'esperienza fatta a Palazzo Reale per Cézanne. Les ateliers du Midi. Pur consapevole, ovviamente, della grandezza dell'artista (iniziatore dell'arte moderna, ecc. ecc.) questi non riesce proprio ad emozionarmi, e nemmeno a piacermi. Anche se utilizzata come riempitivo per il resto della giornata, la mostra mi ha comunque per messo di ammirare tre ottimi esempi di genere pittorico: un paesaggio dell'Estaque, con una mirabile combinazione di figure, volumi e campiture di colore; un notevole ritratto di Henri Gasquet ed una Natura morta con cesta che è una vera sinfonia di forme, colori, resa delle diverse superifici materiche collocata dall'artista in una personale prospettiva
Ma il pezzo forte doveva ancora arrivare: Padova
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