Trasferimento a corto raggio sino a Tortona dove la Fondazione della locale Cassa di Risparmio ospita una mostra dedicata alla natura morta (La meraviglia della natura morta 1830-1919 Dall’Accademia ai maestri del Divisionismo) presso la sede della propria pinacoteca, e proprio la collezione permanente si è rivelata di inaspettato interesse. Considerando che la natura morta era il genere pittorico meno nobile secondo la classificazione dell'accademia francese devo dire che alcuni pezzi si sono imposti alla mia attenzione, in primis una Natura Morta con Santa Cecilia di Giovanni Segantini ossia un acquerello che riproduce il delicatissimo bassorilievo scolpito da Donatello a sua volta riproposizione, anche nella tecnica, di una analoga opera di Angelo Rossi del 1858 Santa Cecilia di Donatello: Bassorilievo con fiori.
Inaspettata, e sempre di Segantini, la sequenza di opere dedicate a pesci, pollami, funghi e vegetali vari, così come quelle di Previati, ben lontano dal simbolismo cui viene comunemente associato.
Non privo di impatto Autunno del Carcano con le note di colore dei fiori che si stagliano sulla balaustra e che in parte nascondono e in parte richiamano il ripetersi delle loro forme negli edifici che si stagliano in lontananza
Cuore della pinacoteca è un buon nucleo di opere di Giuseppe Pellizza da Volpedo ma altre sono state quelle che più mi hanno colpito: una belle dame sans merci ritratta nelle vesti di Regina dei Ghiacci da Cesare Saccaggi e un paesaggio di Carlo Fornara (Pascoli) che mi ha fatto il bizzarro effetto di essere di fronte ad uno dei plastici di Bruno Vespa, coi bovini che sembrano collocati sulla tela come fossero statuette su di un fondale non in scala corretta.
Cito en passant una Sacra Famiglia di Pellizza da Volpedo del 1892 ma soprattutto una Piazza Caricamento di Nomellini. Le Cariatidi di Baldassarre Longoni del 1907 mi hanno invece fatto ritrovare una atmosfera alla Winslow Homer
Ritroviamo poi il Previati simbolista e divisionista con la Via del Calvario dove persone, alberi spogli e contorti, le rocce e lo stesso cielo sembrano fatti della stessa materia e compartecipano della Passione di Cristo. Anima Triste di Morbelli non è nulla di trascendentale ma resta ammirevole la maestria con cui l'artista lascia cadere la luce ravvivando l'oro dei capelli della ragazza ed infiammando la cartilagine del suo orecchio mentre ne accarezza la tenera carnagione della spalla nuda . La scoperta più interessante è stato Angelo Barabino: una Pietà del 1932 dalle massicce figure che ritrovano il gesto classico nel braccio sinistro abbandonato del contadino/Cristo e nella figura che ne solleva il corpo e una tela simbolista con L'ira di Dio/La cacciata dall'Eden dove dipinge con tecnica divisionista la nudità esposta di Adamo ed uno scorcio ardito (forse anatomicamente discutibile) dei nostri progenitori che formano un tutt'uno coi loro corpi avvinti e con la terra da cui sembrano emergere ed a cui ormai indissolubilmente appartengono.
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