Diversi minuti di attesa (ma ben poco rispetto a
quanto dovevano aspettarsi gli interessati a Escher) e poi l’accesso
alla mostra su Rubens. Per quanto il barocco non sia certo il
movimento che più apprezzo, alcune delle tele in esposizione non
possono lasciare indifferenti. Filo conduttore delle opere
selezionate era l’influenza dei nostri grandi maestri sul fiammingo
e, di converso, quella esercitata da Rubens sui più giovani pittori
italiani. Particolarmente michelangiolesco il possente Cristo
Risorto, una sorta di vigoroso atleta
mentre alquanto discinta appare la Maddalena nel Compianto
sul Cristo Morto. Un evidente esempio
di riproduzione della statuaria antica – il volto, in particolare –
nel San Sebastiano soccorso dagli Angeli
mentre il Sansone dipinto nella tela della sua cattura richiama il
pagano Ercole.
Tra gli esempi d’influenze rubensiane sui nostri artisti – non indimenticabili a mio avviso – una Fucina di Vulcano di Luca Giordano ed un magniloquente e impostato Ercole dopo l’uccisione dell’Idra di Guido Reni.
Commenti
Posta un commento