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Natalia Goncharova Una donna e le avanguardie, tra Gauguin, Matisse e Picasso - Palazzo Strozzi Firenze


Sicuramente non capita di frequente la possibilità di visionare opere di artisti appartenenti all’avanguardia russo-sovietica del primo ‘900, con l’eccezione forse di Malevich. Gradita quindi l’opportunità offerta da Palazzo Strozzi con la rassegna che mette in mostra una vasta esibizione di opere della pittrice russa e del compagno/sodale Mikhail Larionov, il tutto in un continuo dialogo con tele di Matisse, Gauguin, Picasso e altri. Infatti i lavori di questi maestri occidentali erano stati oggetto di acquisto da parte di due ricchi russi i quali avevano così introdotto le nuove correnti artistiche in voga a Parigi anche a Mosca. Le prime tele sono caratterizzate da un certo primitivismo ma laddove un Picasso o un Gauguin cercavano ispirazione nell’arte africana o dell’Oceania Goncharova attinge alla tradizione popolare russa. Sono una dimostrazione di forte auto-affermazione i due autoritratti (in abito d’epoca e quello con gigli gialli) del 1907/8. Anche Larionov si ritrae in veste di artista-artigiano nell’Autoritratto con turbante del 1907.





 Nel 1913 le venne dedicata una retrospettiva, confermando così il suo ruolo di spicco nel mondo artistico russo. Tre dipinti, tre nudi femminili, furono però sequestrati per oscenità e l‘artista venne processata (e assolta).
Non v’è dubbio che ancora oggi la fisicità aggressiva della Modella su sfondo blu trasmetta potentemente la femminilità esibita e non sminuita dai tratti cubisti con cui è resa. 


 Interessante il parallelismo tra questa tela,  Donna Nera Nuda sempre di Goncharova e Nudo blu, ricordo di Biskra di Matisse.





Interessante la sezione dedicata alla grafica e alla sua attività di disegnatrice di costumi per balletti e opere teatrali. Meno immediata la fruibilità delle opere in stile raggista con l’eccezione di Ciclista 1913


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