Passa ai contenuti principali

Vienna - Belvedere


Una prima parte non proprio esaltante con una profusione di ritratti di aristocratici personaggi o scene storico-mitologiche in stile barocco. Anche i dipinti a tema sacro non trasmettono particolari emozioni. Da ricordare en passant un paesaggio di Friedrich e il Napoleone al Gran San Bernardo di David.





Si recupera notevolmente nelle sale dedicate alla Secessione che affiancano Van Gogh, Munch e Hodler al nostro Segantini (Le cattive madri) e ad una particolare scultura di Khnopff (Vivien Mezza figura di una ninfa) che rende la fisicità della figura femminile concreta in una maniera, come suo solito, inquietante.








Spicca anche l’androgina figura che campeggia in Adolescentia di Elena Luksch-Makowsky.



Le sale successive presentavano il massimo affollamento di visitatori, ospitando le opere di Klimt (per inciso, la Giuditta non era visibile ma in prestito in Giappone). In attesa che si riducesse l’ingorgo ho avuto quindi agio di apprezzare con calma un bronzo di Rodin, Eva.




Ancora Schiele con un ritratto della moglie e poi appunto Klimt col ritratto di Fritza Riedler e il celeberrimo Bacio.







Struggenti i Quattro Alberi di Schiele e non meno coinvolgente il suo Abbraccio che trova una direi naturale continuazione ed evoluzione nella Famiglia.







Al secondo piano viene dato ampio spazio al periodo Biedermeier anche qui con tele non propriamente indimenticabili. Apprezzabile tuttavia la resa delle tonalità di bianco esibita da Johann Baptist Reiter con la sua Donna dormiente.




 Le stesse forme riecheggiano in Dopo il bagno di Renoir.






 Complessivamente definirei la visita deludente, soprattutto in comparazione al battage pubblicitario riservato alla sede.
























Commenti

Post popolari in questo blog

Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi - Basilica Palladiana Vicenza

Tra i miei pittori preferiti, attendevo con impazienza di poter visitare la mostra a lui dedicata a Vicenza e le aspettative, per quanto alte, non sono andate deluse. Affascinante la sede espositiva, la Basilica Palladiana appunto, e davvero cortese ed efficiente lo staff in servizio. È praticamente impossibile selezionare solo alcune tra le numerose opere presenti: andrebbero mostrate praticamente tutte. Il percorso di visita è suddiviso in diverse aree tematico-cronologiche che danno conto dell’evoluzione dell’artista , dagli esordi influenzati dal Secessionismo viennese – che ben conosceva – sino al declino nell’ultima fase della sua carriera. Pannelli esplicativi chiari e concisi illustrano efficacemente i vari periodi. Il Klimt di Ca’ Pesaro Giuditta II era visibile in questa mostra insieme ad un klimtiano, appunto, Casorati La Preghiera . Una frase sempre scritta da Casorati ad una amica “Non dipingo più che le immagini che vedo nei sogni “ trova confe...

Vienna - Kunsthistorisches Museum

Devo aver intrapreso un percorso errato, almeno cronologicamente, in quanto l e prime sale sono già dedicate al ‘600 italiano e ad un’ampia rappresentanza di vedutisti veneziani del secolo successivo. Scarsi i dipinti che mi hanno colpito. Da citare il Venere e Adone di Annibale Carracci: la florida dea volge il grazioso profilo del suo volto verso un boccoluto Adone, accompagnato da un agghindato levriero degno di comparire in un romanzo decadente di D’annunzio. Sensuale la Cleopatra di Cagnacci ma paradossalmente risulta esserlo ancora di più una rara Susanna al Bagno di Jacopo Chimenti,  rara giacché rappresentata - contrariamente all'iconografia più diffusa - ancora completamente vestita e nell’atto di iniziare a slacciarsi il corpetto. Scarsamente efficace nel trasmettere il senso del pentimento la Maddalena di Orazio Lomi Gentileschi a causa della sua prorompente nudità. Discorso a parte per i Caravaggio presenti, in particolare la Corona di spine ,...

Anni Venti in Italia. L'età dell'incertezza - Palazzo Ducale di Genova

Avviata piuttosto in sordina il 5 ottobre è visitabile fino al 1 marzo 2020 presso il Palazzo Ducale di Genova Anni Venti in Italia. L'età dell'incertezza , periodo storico che riveste per me un particolare interesse e quindi non ho indugiato troppo prima di visionare le opere proposte. Si inizia con una scultura in gesso di Arturo Martini, La Tempesta , che dovrebbe rendere – con meno efficacia del consueto, mi pare – il clima tormentato del primo dopoguerra. Sempre splendida, invece, la Maternità di Severini, ancor più toccante visto il tragico epilogo che vide protagonisti i modelli che posarono per il dipinto, moglie e figlio dell’artista: quest’ultimo sopravvisse pochi mesi alla realizzazione dell’opera. L’autore del celebre – per gli amanti della storia dell’arte – Saper Vedere , Matteo Marangoni, è il soggetto di un ritratto di Baccio Maria Bacci e diversi altri ritratti sono presenti nella sala, realizzati da Antonio Donghi – che celebra Lauro de Bosis – ...