Non era una delle mie mete primarie ma sono stato
ben felice di esserci andato. Sapevo naturalmente della collezione di
disegni – in particolare di Durer – e, in effetti, poter vedere
dal vero la famosa Lepre,
e altri straordinari esempi della sua maestria ben valevano la
visita.
Ma qui penso di aver visto l’opera che colloco in un mio
personale Olimpo dell’arte ossia un disegno di Rubens, un ritratto
del figlio Nicolas di cui non posso dire altro che lasciava
trasparire la vita: il colorito delle guance, il lucore degli occhi
erano stati catturati e imprigionati nella carta con una abilità che
mi ha lasciato stupefatto.
Difficile mantenersi sul medesimo livello
ma il secondo piano del museo, con tele del secondo ottocento fino al
primo Novecento della Collezione Batliner, ha riservato più di una gradevole opportunità di
soffermarsi ad apprezzarle. Nella prima sala un (a me) sconosciuto
Henri Lebasque Sulla panchina verde
occhieggia un bel Modigliani (Prostituta)
che rimanda a sua volta sulla parte opposta ad un Gauguin Donna
Bretone 1888
.
Una citazione per Greta Freist La Danzatrice e per la scultura di Rodin Danaide
Ampio spazio viene dedicato alla Nuova
oggettività, anche se declinata in forme che a me risultavano poco
convincenti. Siamo invece in pieno Realismo Magico con Herbert
Ploberger Natura morta.
Numerosi sono i grandi nomi presenti nelle
varie sale (Chagall, Malevich, Klee per citarne solo alcuni); non
manca Picasso col bellissimo Saltimbanchi 1904 e diversi altri
lavori più prettamente cubisti
Non manca nemmeno una rappresentanza
surrealista con l’immancabile Magritte e il molto meno ricorrente
Paul Delvaux Paesaggio con lanterne.
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