La sezione moderna può vantare anche il celeberrimo ritratto di
Marat di David ma il maggior interesse l'ho provato per le opere
contenute nel museo Fin de Siecle, periodo storico per me di grande
fascino. Ne indico alcune.
All’alba di Charles Hermans può
essere definita una tela di denuncia sociale: rappresenta dei
borghesi che all’alba, appunto, dopo una notte di gozzoviglie,
escono da un locale incrociando un gruppo di poveri che si stanno
invece recando al loro faticoso lavoro. Mentre uno dei ricchi,
probabilmente ubriaco, è distratto da due procaci ragazze che lo
vogliono trascinare con sé, l’altro pare rivolgere uno sguardo
consapevole e colpevole verso gli umili e dignitosi membri della
working class. D’effetto lo spunto fornito dalla ragazza povera,
vestita con modestia, che fissa il proprio sguardo sul ricco abito
di una delle giovani donne gaudenti, sguardo non certo di
riprovazione.
Il grande formato
del dipinto, riservato ai quadri di soggetto storico lo eleva dal
rango di soggetto di genere appunto a quello di storia sociale
contemporanea.
Più
prosaico il nudo à la Renoir di Isidore Verheyden La
Libellula cui si contrappone il
Nudo contro luce di
Bonnard.
Presente
anche il puntinismo di Théo van Rysselberghe con Donna che
Legge con Bambina e La
Passeggiata.
Tra le varie opere di Khnopff, splendido il ritratto di Marguerite Khnopff, una sinfonia di toni del bianco appena interrotti dal volto enigmatico della modella e da una piccola parte dello sfondo. Misteriosa la collocazione del soggetto, in piedi davanti ad una porta, quasi a guardia di essa.
Una
riproposizione in chiave familiare vagamente ispirata a Las
Meninas di Velazquez viene
fornita da Franz Von Stuck con Gruppo di Famiglia.
La sala in cui mi sono soffermato più a lungo offre altre squisite opere di Khnopff: Memories, illuminato in maniera insufficiente ma rendendolo così – se possibile – ancor più misterioso nella sua sospensione temporale; Silenzio, un magnifico pastello e poi Le Carezze: dal vero ci si aspetta di vedere da un momento all’altro un fremito nella coda della Sfinge ed anche una sua scultura, la Maschera di una Giovane Inglese.
In
tutto questo, la grazia estenuata delle figure femminili in serie di
Burne-Jones non ne esce vincitrice.
Risulta
avvincente la interpretazione
molto moderna, anche nell’acconciatura, di Eva da parte di Gustave
de Smet (Eva o La Mela).
Non
poteva mancare in questo tripudio celebrativo dell’arte fin de
siecle Alphonse Mucha: mirabile la sua Natura,
in bronzo dorato, un delicato busto femminile soffuso di una grazia
che promana anche dal freddo metallo. Numerose altre sculture, mobili
e oggetti di arredamento arricchiscono questa interessantissima
collezione oltre ad alcune altre opere di Khnopff.
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