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900 a Forlì


Al periodo da me preferito, il primo ‘900, viene nuovamente dedicata una rassegna, questa volta a Forlì (http://www.mostranovecento.it/)
Peccato che la visita sia stata caratterizzata da una sorta di “rumore di sottofondo” ossia una scolaresca in visita con una accompagnatrice dalla voce stentorea – che si udiva a diverse sale di distanza – e con una esposizione veramente da maestrina, infarcita da domande retoriche opportunamente seguite da pause che avrebbero dovuto invogliare i discenti a rispondere (ma gli interventi non si accavallavano di certo). Particolarmente in evidenza il contrasto tra questo rumore e la rarefatta atmosfera suggerita dallo ieratico ritratto di Silvana Cenni di Casorati. 
Una indigestione di balilla e vittorie che onorano gli eroi caduti o ancora combattenti viene parzialmente riscattata da Contardo Barbieri con Adunata di gente in piazza del 1934.


 Efficace “Profilo Continuo Dux” di Renato Bertelli, una scultura osservabile da qualsiasi punto di vista che restituisce sempre il profilo di Mussolini. 





Al limite dello sprezzo del ridicolo i vari ritratti del duce tra cui due perle del kitsch, ossia il condottiero di Cesare Sofianopulo 1928 con Mussolini in guisa di guerriero medievale con corazza, spada e simboli vari – quasi un novello Guido da Montefeltro – e Il Grande Nocchiero di Thayhat 1939 dove invece viene rappresentato come una sorta di gigantesco automa al timone della nazione. Opinabile il soggetto ma sempre apprezzabile la realizzazione della maschera di Mussolini di Wildt. Molto bello un disegno di de Chirico – un ritratto di Massimo Bontempelli –


Esempi di arte pubblica, con Sironi e Olivucci (Scienze Aeronautiche e Navali) del 1937 con erculei lavoratori; altrettanto monumentali il pastore e il contadino nell’Arcadia rivisitata da Gisberto Ceracchini nel suo Incontro del 1934 

Quasi un déjeuner sur l'herbe con innesti esotici La Quiete di Carena 1921 con la figura centrale reminescente delle odalische di Ingres e posso anche vedere un altro Oppi dal vero (La Giovane Sposa 1922/24).

 



 Non mi soffermo nella sezione esemplificativa dell’aeropittura né troppo a lungo in quella dedicata all’arte pubblica. Il realismo magico di Donghi col suo Giocoliere e una sorta di moderno Caravaggio con Gregorio Sciltian e il suo Bacco all’Osteria


































Bella la selezione di opere di Cagnaccio di San Pietro con esiti di allucinato realismo come nell’Attesa 1934. 




Ancora simboliste sebbene risalenti al 1932 Le Sirene di Luigi Bonazza, un’ampia rassegna di nudi femminili sia nel Concerto di Casorati 1924 che nei massicce bagnanti ritratte da Giannino Marchig in Fine d’un Giorno d’Estate 1936. Sul genere propaganda dell’Istituto Luce Italica Gens di Cesare Maggi. . L'immagine-simbolo della mostra è Conversazione Platonica di Casorati.
























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