Ovunque sia possibile farlo, non perdo l’opportunità di ammirare
le opere del Caravaggio. Di passaggio a Dublino non ho quindi mancato
di visitare la National Gallery of Ireland che custodisce appunto la
sua Cattura di Cristo. Nella sala di Caravaggio vi sono altre
opere più o meno coeve ma tutta l’attenzione viene assorbita
dall’ennesimo capolavoro del Merisi.
La scena è
concitata, il gruppo di personaggi si accalca addossandosi alla
figura del Cristo, motore immobile al centro di tutto. L’unico
lieve accenno ad un suo movimento è il ritrarsi del volto di fronte
al bacio di Giuda, ma tutta la drammaticità dell’evento è
concentrato nelle sue mani, le dita intrecciate come appunto a
contenere l’insostenibile tensione mentre l’abbraccio
dell’apostolo caduto lo avviluppa nella ragnatela del suo
tradimento. Efficacissima la brutalità senza volto, totalmente
celato dall’elmo, della guardia che afferra Gesù mentre una figura
urlante sulla sinistra fugge inorridita davanti al compiersi del
sacrificio.
La galleria ospita comunque numerose altre tele, alcune sicuramente
degne di nota. Diversi altri maestri italiani sono presenti:
Tintoretto, alcuni Tiziano – tra cui un Ecce Homo
particolarmente intenso - , Perugino e molti altri “minori”.
Tra gli stranieri, Rembrandt e un Vermeer, alcuni Poussin e un sereno
paesaggio di Claude Lorrain.
Spiccano un San Francesco di El
Greco e una bella scultura lignea della Vergine di Ligier Richier del
1530 circa.
Nella sezione dedicata all’arte moderna poche opere interessanti a
mio avviso, per quanto siano visibili Picasso, Emil Nolde e vari
impressionisti. Non mancano anche esempi di orientalisti francesi
oltre che a lavori di Tissot e Singer Sargent.
Rammento ancora una pittrice anglosassone, Dod Procter e la sua Ragazza
dormiente oltre ad alcuni Bonnard e bronzetti di Aristide
Maillol.
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