Milano, Palazzo Reale dal 12
marzo al 23 giugno 2019
La mostra si
apre con una robusta rappresentanza di nudi maschili a riprova
dell’importanza dello studio della anatomia virile nelle accademie
classiche , siano essi pensosi quanto nerboruti gladiatori (Francois Xavier Fabre Gladiatore in riposo 1788) o efebici San Sebastiano trafitti da un solo dardo.
Imponente il nudo maschile detto "Patroclo”
di David.
Nella sala successiva Fabre
dimostra comunque di sapersela cavare egregiamente anche con i nudi
femminili: il candore delle opulente carni, più esaltate che coperte
da uno striminzito velo, d'una Susanna assediata da due vecchioni –
invero piuttosto vigorosi – illumina una tela dal sapore
caravaggesco visto il gesto col braccio teso di uno degli aggressori
che richiama quello di Cristo nella Vocazione di San
Matteo del Merisi
Meno intrigante la carnalità
della Bagnante di Antoine-Jean Gros, 1791.
Finalmente visibile il dal
vero il lezioso Sonno di Endimione di Girodet e il poco convincente –
a mio modestissimo avviso Sogno di Ossian
Constance Charpentier, allieva
di David, rielabora e sintetizza nella sua Malinconia del 1801
i personaggi femminili del Giuramento degli Orazi del maestro
inserendo la figura in un contesto romantico abbastanza riuscito in effetti.
Numerose sono le tele celebrative di Napoleone, il culmine rappresentato dal Napoleone I sul trono imperiale deificato da Ingres in un profluvio di porpora ed ermellino oltre che di simboli vari.
La chiusura è affidata ad un
magniloquente dipinto di carattere religioso Gesù consegna le
chiavi a san Pietro 1818-1820.
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