A latere dell’avvio della stagione teatrale dello Stabile locale, una notazione “sociologica”: parrebbe che gli spettacoli di prosa siano diventati una forma di attività culturale popolare ma forse, se mi si passa la forzatura, sarebbe più corretto dire ‘popolana’. La rappresentazione cui ho assistito era particolarmente affollata e si è ripetuto, amplificato, il rito dell’elaborata ricerca dei posti assegnati, che ogni volta tiene a lungo impegnati gli spettatori. Pare, però, che ultimamente i cercatori abbiano sviluppato una tecnica più raffinata: dividono in settori il campo di ricerca leggendo ad alta voce la numerazione di ogni fila e di ogni singolo posto; il primo a risultare vittorioso in questa ricerca prorompe in urla belluine e gesticolando scompostamente attira l’attenzione degli altri esploratori (oltre che dell’intera platea). Inutile dire che viene di solito fatta alzare l’intera fila di persone già sedute per fare accomodare i nuovi arrivati che sistematicamente non ...
On n'a que soi