Esposizione gradevole e chiara – caratteristica spesso comune ai saggi di autori anglosassoni – ma poco soddisfacente per chi volesse chiarirsi le idee a proposito dell’arte contemporanea. Infatti, fintanto che l’autore illustra movimenti quali Impressionismo, avanguardie storiche ecc. I motivi di valore di questi movimenti, le qualità – se non il genio – di taluni artisti vengono declinate con chiarezza, ancorché argomentate talora con una qualche superficialità. A mano a mano che ci si avvicina all’epoca contemporanea, le ragioni della grandezza degli artisti citati si fanno sempre più vaghe e ci si imbatte in frasi che in più di una occasione lasciano aperto il dubbio, non da poco, che non di arte si tratti ma di una colossale pagliacciata. Tanto vale, allora, limitarsi a citare la teoria istituzionale dell’arte di Dickie che riassunta piuttosto rozzamente definisce "opera d’arte" ciò che è definito tale da chi appartiene al mondo dell’arte: una bella definizione apodit...